lunedì 4 luglio 2011

Incontro con l'autore: Andrea Campanella

Dopo il mio commento a L'Insulto del tempo, incontro l'autore Andrea Campanella che ringrazio per la disponibilità.
Intervista a cura di Francesca Grispello:

(Foto: Andrea Campanella)

- Gli Eroi sono finiti ed ora L'insulto del tempo sono romanzi con una forte impronta civile, come mai hai scelto questa modalità stilistica?
Ho iniziato a scrivere racconti cyberpunk nel 1996 ed uno finì su un numero speciale edito da Derive Approdi e Blue intitolato La Seconda Rivoluzione Sessuale. Allora il mio approccio era distopico . Portavo avanti i primi lavori di sceneggiatura ed un romanzo che parlava della X Mas. Dopo dieci anni l’ho portato a termine quel romanzo, pescando nelle memorie di mio padre come in quelle di molte vittime della barbarie fascista. Per me è stato un atto dovuto, non ho pensato : “ora scrivo un romanzo civile”, è venuto da se. L’Insulto… è la naturale evoluzione. Anche Bertani è cambiato e cambierà ancora, non amo i personaggi seriali sempre uguali a se stessi. Lui è un uomo che combina casini, ha problemi, come ognuno di noi…

- Come nasce la figura di Alvise Bertani? c'è un personaggio che più di altri ti ha ispirato?
Sinceramente no. Ho sempre letto e leggo tuttora molta letteratura di genere ma non ho mai pensato di modellare Bertani su un personaggio già creato da altri scrittori. Ho cercato di creare qualcosa di onesto e credibile, un uomo in crescita, che prende coscienza suo malgrado di quello che gli succede intorno. Un uomo di quarant’anni che è rimasto orfano a 8, che ha un difficile rapporto con la figura femminile, che è fragile ma determinato ad andare sempre e comunque infondo. Che ama la musica, i vecchi film, la buona cucina…

- Alvise Bertani e Andrea Campanella cosa hanno in comune e in cosa sono differenti?
Domanda “delle cento pistole” come avrebbe detto Paternostro. Ovviamente ci sono io ( e il bello per il lettore sta anche nel capire dove). Poi c’è Bertani che ormai ha una sua personalità ben definita, per cui se deve rispondere a qualche domanda o prendere una decisione, lo fa di testa sua e se ne assume la responsabilità!

- Perché hai scelto la discarica di Pitelli e come ti sei mosso per la documentazione.
Perché è stata la prima grande vicenda Italiana in ambito di traffico di rifiuti tossici su scala nazionale e l’avevo sotto casa. Nessuno aveva mai dedicato un romanzo alla vicenda, il che mi è sembrato davvero molto strano. Tieni conto che oltre alla vicenda della collina di Pitelli a Spezia c’è stata pure quella delle navi a perdere, un nome su tutti la “Jolly Rosso”, capisci bene l’enormità della faccenda. La documentazione mi ha preso sei mesi di tempo ed è continuata durante la stesura dello script. In rete si trova moltissimo materiale. Vorrei ringraziare pubblicamente giornalisti quali Riccardo Bocca, Andrea Palladino, Daniele Biacchessi, Gianni Lannes e molti altri che da anni si occupano di queste vicende

- Quando ho un libro nuovo tra le mani, osservo la copertina, l'indice, il prezzo, le prime righe e poi mi tuffo. Qual è la prima tua azione da scrittore da il via alla nascita di un nuovo romanzo?
Per quanto riguarda i romanzi di Bertani penso alla tematica che andrò ad affrontare e a cosa andrà incontro il mio personaggio. Poi comincio a delineare l’”architettura” degli eventi e comincio a scrivere. Non sono uno che scrive molto. Vengo dai racconti. Scrivo poco, poi se necessita aggiungo.

- Sul tuo profilo di Facebook scrivi di te 'usando' una bellissima citazione di Bufalino: "Ritengo che l'uomo sia nessuno senza memoria. Io credo di essere un collezionista di ricordi, un seduttore di spettri. La realtà e la finzione sono due facce intercambiabili della vita e della letteratura".
Perché questo autore e perchè questo brano?
           
Perché Bufalino è uno dei grandi scrittori e intellettuali di cui non si parla mai. Siamo maestri nel dimenticare, nell'omettere (omissis).
Quella frase la sposo in pieno e mi ci riconosco. E' importante conoscere le nostre radici, anche per reciderle o per rinnegarle, è pur sempre importante conoscerle. Pensa alla nouvelle vague, registi come Godard o Truffaut hanno messo in croce i "padri" Melville e Clouzot. Bene, oggi li celebriamo quanto e più di prima, insieme a loro ovviamente. Eppoi trovo seducenti le definizioni "collezionista di ricordi" e "seduttore di spettri" 

- Consiglia al lettore un libro, un disco, un film, una città, un museo, un piatto e un vino.
La miseria, ahahahah ! vado all’impronta:
-    Il pasto nudo di Burroughs è il libro che mi ha cambiato la vita
-    David Sylvian, The Manafon variations ( lo sto sentendo in loop!)
-    Il Corvo ( quello di Clouzot del ’43, ri visto ieri sera, che mia moglie ha preso un libro sulla vicenda da cui è tratto, edito da Nutrimenti)
-    Non viaggio molto.
Dico Parigi che ci sono stato quindici giorni e mi hanno riportato in Italia a forza.
-    Louvre
-    Mesciua ( zuppa di cereali spezzina)
-    Vermentino


Info:
http://andrea-campanella.blogspot.com/

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