Ogni uomo che sia nato nel Mediterraneo deve avere un'isola, uno scoglio piantato da qualche parte, che faccia da simbolo, da pensiero. Per un uomo, un'isola è una bitta su cui tenere una cima per non andare alla deriva. Una casa a cui tornare. Come Ulisse aveva Itaca, io torno a Ponza.
Uomini senza vento è il primo romanzo di Simone Perotti, che abbiamo apprezzato e conosciuto con il rivoluzionario e fortunato Adesso Basta.
Un'avvincente thriller sulla potenza e la necessità del cambiamento, intimo e gustoso, avvincente e civile. Renato è un professionista affermato che non può più ignorare il richiamo del mare e della vita che da tempo gli chiede libertà, ma solo dopo avvenimenti da brivido ritroverà il suo vento.
Tanti sono i protagonisti di questo romanzo di formazione: il Mediterraneo, Renato, Makaia (la barca di Renato), Ponza, l'amico Antonio, l'amico cuoco e una misteriosa ragazza che farà conoscere a Renato un mondo nuovo: il mare da salvare e la salvezza per il tramite il mare.
Tra piatti succulenti e indizi, tra suggestioni alla Pepe Carvalho o alla Jean-Claude Izzo e una balena ferita, ritroviamo tutto il mistero e il fascino del mare, che pagina dopo pagina purifica, salva e condanna gli uomini.
Un libro al quale ci si affeziona, da regalare e da ricordare.
Francesca Grispello
A colloquio con l'autore.
Ho avuto il piacere di rivolgere alcune domande
a Simone Perotti:
Ho avuto il piacere di rivolgere alcune domande
a Simone Perotti:
Francesca
Uomini senza vento è stato concepito prima del fortunato Adesso Basta, in quanto tempo lo hai scritto e come hai vissuto la scrittura del tuo primo romanzo?
Simone
Io scrivo solo dopo aver trascorso un certo periodo di tempo a studiare, fare schede, mettere via articoli di giornale, fotografie, libri etc. La fase della scrittura poi scorre veloce, ma può capitare che io raccolga materiali e studi per anni prima di iniziare. Uomini Senza Vento è il mio primo e unico romanzo scritto senza averlo programmato, senza aver pensato a lungo. Evidentemente è uscito dopo anni di pensieri inconsapevoli intorno all'idea di cambiare vita. Appena l'ho cambiata effettivamente, appena mi sono ritrovato nel bosco, nel fienile che stavo ristrutturando, avendo detto basta a lavoro, stipendio, Milano, relazioni abituali etc, è uscito. Il motivo scatenante è stato un articolo apparso su La Stampa, in cui si riferiva del misterioso accesso di una balena oceanica nel Mediterraneo. Quella notizia ha fatto click, personaggi e luoghi si sono uniti improvvisamente, ed è nata l'idea. Tra scrittura e correzione sono passati poi circa sei mesi.
Francesca
Un romanzo sul mare e sulla criminalità che distrugge e usa il mare.
Come ti sei documentato su questo argomento?
Simone
La notizia ha scatenato l'idea, improvvisamente, però va detto che si inserira al centro dei miei interessi di sempre, della mia vita profonda e vissuta, per cui avevo appena lasciato tutto: il mare, la navigazione, il Mediterraneo, la vela, l'ambiente. Su questi argomenti leggo da tanti anni, mi informo su riviste e siti internet, sono in contatto con molte persone nel mondo. In più io in mare ci vivo quasi cinque mesi l'anno, tra mesi consecutivi, settimane e giorni a scarrozzare clienti, dunque incontro altri skipper, altri appassionati, e le notizie circolano abitualmente, ci informiamo, chi chiediamo informazioni. E' il mio mondo il mare, oggi più che mai.
Francesca
In USV il protagonista si chiede perché un popolo come quello italiano, circondato dal mare, non ha mai prodotto nessun Conrad. Sei un'eccezione, il nuovo Conrad?
Simone
Non scherziamo. Se fossi bravo a scrivere per un quinto di come lo era Conrad, sarei già molto felice. Certo ammiro moltissimo Joseph Conrad, che contrariamente a tanti scrittori di mare era un vero marinaio, un comandante, uno che ha navigato sul serio. Questo è un punto a cui tengo molto. Credo che ci debba essere, almeno in parte, nella bibliografia di un autore, l'evidenza del contatto tra quello che vive e quello che scrive. Mi piace De Luca quando parla di montagna, mi piace Corona per lo stesso motivo. Quando Carlotto scrive Cristiani di Allah apprezzo molto il suo libro ma capisco meno, perché lui non è un marinaio. Non dico che ogni autore debba scrivere solo di ciò che conosce, sarebbe la fine della letteratura, però è anche molto importante riconoscere l'autore tra le sue pagine, così come si riconosce Tolstoj nelle descrizioni della natura, dei campi, dei boschi, o Melville in quello del mondo baleniero. Ci sono cose che uno scrittore non potrebbe mai scrivere, che non gli appartengono.
Francesca
Proprio all'inizio del tuo romanzo troviamo un sottofondo musicale: The Captain dei Dave Matthews Band. Quanta musica c'è nella tua vita e nel tuo scrivere e quali sono i tuoi ascolti?
Simone
I DMB sono il mio gruppo preferito. Li ascolto da anni, sono grato a chi me li ha fatti conoscere, rappresentano tutto quello che la musica deve essere per me: ispirazione, tecnica strumentale, testi importanti e poetici, ritmo, creatività, anticonformismo. Come tutti quelli che vivono soli ascolto molta musica, a volte (raramente) anche quando scrivo. Ci sono giorni che l'i-pod suona dalla mattina alle 7 alla sera alle 23. Mi piace anche molto ballare, e lo faccio sempre quando la selezione casuale mette su una canzone con un ritmo trascinante. Credo che qualche mio vicino mi prenda per pazzo passando di qui e vedendomi da solo che ballo.
Francesca
Dedichi USV a coloro che hanno il coraggio di cambiare. Per Hegel la libertà e la razionalità coincidevano. Ora l'umanità senza vento sembra rappresentare la maggioranza della popolazione. La libertà è solo il poter cambiare? cos'è la libertà?
Simone
Concordo in larga parte con Hegel. La libertà è un processo, un percorso, difficile per giunta. Soprattutto oggi. Occorre spremersi le meningi per diventare liberi, sentire che la libertà sorge e si afferma da dentro, sempre di più, e permea fatti e comportamenti. La libertà è una scelta, dunque un obiettivo, che diventa progetto, programma quotidiano, azione. E' il risultato della caparbietà e della passione. Ed è anche uno strumento: senza libertà non è possibile tentare la via dell'autenticità in tempi e modi soddisfacenti. L'autenticità è il tentativo di somigliare il più possibile all'diea che si ha di sé, all'uomo che si virrebbe essere. Senza libertà è impossibile imboccare questa altra lunga via, quella dell'autenticità. Ecco perché senza libertà si muore.
Francesca
Perché la barca di Renato porta il nome Makaia?
Simone
La makaia in genovese è la giornata bassa, calda, afosa, senza vento, dunque un riferimento all'uomo senza vento, stagnante, immobile che è il protagonista e un paradosso rispetto a quel che avviene nella storia, che invece è intrisa d'azione e di cambiamento rapido. Io sono figlio di una stirpe di genovesi. E poi è un piccolo omaggio a una frase musicale di Paolo Conte.
Francesca
Come ti senti di fronte a tanta esposizione mediatica?
Simone
Benissimo. Io non mi faccio fagocitare o deviare dalle sirene. Sono un marinaio e ho lottato per arrivare fin qui (cioè da solo, in un fienile che ho ristrutturato in gran parte da me, senza stipendio ma libero), non mi faccio distrarre. L'esposizione emdiatica è bella quando è conquistata da un libro, da una voce, e non da qualche beneficio di appartenenza, clientela, relazione, perché rappresenta la prova che un testo, una storia, hanno destato interesse, hanno coinvolto un pubblico ampio. Ed è una soddisfazione enorme, senza contare poi che io non sono Alain Elkann, e di libri ci vivo, anzi, ci campo. Dunque immaginati quanto è importante per me. Significa continuare a scrivere, cioè la mia via per l'autenticità.
Francesca
Renato sarà il protagonista di un altro romanzo?
Simone
Perché no. Adesso è nato, cioè è "divenuto", si è manifestato. Il romanzo termina con una condizione che potrebbe aprire ad altre storie. Chissà, magari è il Montalbano del futuro e non lo sappiamo. Non penso mai troppo a queste cose, ho delle idee, ma soprattuto scrivo. Quando una cosa è scritta è divenuta, a quel punto la si può descrivere.
Francesca
Stai leggendo qualcosa che ti senti di consigliare?
Simone
Ho letto l'ultimo saggio di Carofiglio, La Manomissione delle Parole. Molto bello, direi quasi prezioso per chi voglia seguire questi anni dal verso giusto. Ho anche letto Racconti di Vento e di Mare, una collezione di splendidi racconti curata da Giorgio Bertone per Einaudi. Splendido libro.
Francesca
Prossimi progetti?
Simone
Sto finendo di scrivere un libro che uscirà a gennaio. Poi devo decidere se lavorare a un romanzo già scritto anni fa a cui tengo moltissimo oppure iniziare una storia che ho nel cuore da tre anni e per cui sto studiando e raccogliendo materiali. Nel frattempo devo navigare per vivere. I libri, anche se con un buon successo, non bastano a pagare la mia pur sobria libertà.
Francesca
Grazie e Buon Vento!
Simone
Grazie a te Francesca.
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