venerdì 25 giugno 2010

Notte di Mamma - Donsettimo


Malintenti Dischi/Jestrai, 2009

Ho frequentato la Sicilia per molto tempo, dopo anni che manco mi piace pensare che sia lei a venirmi a trovare attraverso la musica; altro viaggio, altri incontri, ma tante emozioni. In questo viaggio che mi accingo a descrivere e consigliare ho incontrato Donsettimo, ovvero Settimo Serradifalco, il contrabbassista degli Akkura, che ci delizia con la sua seconda opera solista: Notte di Mamma. Ed è proprio un uomo in nove brani a generare un'intera famiglia di misteriosi personaggi, un bestiario affascinante per la terra e le radici che emergono - dal dialetto agli strumenti - e per un cantautorato di suono nuovo che propone. Il progetto è prodotto dal cantautore Cesare Basile che di suo ci mette il coraggio, l'esperienza e la sua poliedricità agli strumenti che sono oltre una quindicina (chitarra battente, chitarra, tamburi ...).
C'è la voce di un'anima in queste tracce, diabolica e ubriaca, solitaria e sorniona e le parole divengono misteriose chiavi di accesso, evidente è il cesello di ogni singola strofa per quanto naturale risulti. Impossibile trovare un unico genere musicale che abbraccia tutto il disco, c'è lo spirito del caro rock 'n' roll, ma se devo fare paragoni immediati la grana ci riporta a Vinicio Capossela o Tom Waits, senza dimenticare il dichiarato amore per Marc Hollis.
Il benvenuto alle nostre orecchie ci è dato da Viziosa - La strada verso Eco e siamo in uno spiritual, a cavallo di un ipnotico circuito che svela la formula "Sono io mamma"! Incalzante (il Vangelo di ) Totò dedicato ad una figura "Venuta fuori di vulcano/Il corano nella mano e nell'altra in marranzano". Psichedelica è O Sceriffo, un surreale scontro tra uomini "a colpi di bang bang", dove il dialetto si impasta all'onomatopeico e a non ci resta che essere spettatori guardinghi. La sera prima evoca le ballate de I Mercanti di Liquori, con la voce di Rossella Cubeta quasi si prega di lasciare "i bambini invecchiare" e si aggiunge la figura del padre e delle identità migranti; il tutto in strazianti atmosfere.
Storie buttate giù con la chitarra elettrica, nell'omaggio all'amico Salvo Compagno in Padrino Compagno siamo travolti da un vortice di personaggi e sogni da salvaguardare. Gramelot per l'arrivo della crisi in Comunisti sulla slitta, una storia ironica e fantastica di conversioni e fughe. E' Langhe/le corna è omaggio alle campagne piemontesi con visioni solitarie del tempo che passa e consuma, ma L'urlo dei cani muti è un esplosione blues che si serve di torrenziali immagini e voci per raccontarci un lunare spazio di fine.
Ultimo brano è Nu cielo giocato su di un controcanto con una ninnananna tradizionale; uno dei migliori brani di "ricerca popolare" che ho ascoltato in questi anni.

Di miracoli e traumi è fatto il disco a detta di Donsettimo, se cercate un senso unico alle note e alle parole in Notte di Mamma, uno solo è il consiglio che sento di darvi: abbandonarsi ai sussurri, alle corde e alle vocali di tutte queste storie. Un disco che non parla, ma che si lascia parlare; spiazzante, viscerale, ben suonato e ben cantato, personale e convincente: un disco da ascoltare.
Francesca Grispello



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