mercoledì 2 dicembre 2009

Mandilli



Vittorio De Scalzi
Aereostella, 2009


Ci sono dei dischi che diventano più belli ascolto dopo ascolto, ed è a questi dischi che ti affezioni per ciò che sanno esprimere nel tempo e nello spazio per lo stupore che accompagnano. Accade la magia con Mandilli, ovvero fazzoletti in genovese, l'ultimo disco di Vittorio De Scalzi che al primo ascolto non può non condurre a Creuza de ma, il capolavoro di Fabrizio De André di cui è figlio.
Il genovese, come tutti i dialetti, è musica che ti chiede apertura verso un altro da te che devi accogliere per godere della bellezza che possiede. Il porto, un uomo con una geografia alle spalle e un mare aperto davanti, il viaggio e i suoi compagni, i ricordi con le emozioni che affiorano ed è brezza, non solo marina, ma musica che viene da lontano e che nasce dal cuore. Si parte dalla Liguria e si arriva ad Oriente passando per il Mediterraneo, c'è ispirazione è interpretazione del coinvolgimento e della suggestione di un viaggio interiore alla scoperta di una totalità che si compone di pezzi, di fazzoletti in questo caso, e di storie che vengono fatte vibrare.
Elegante per le corde che è capace di suonare dal violino al violoncello, dalla chitarra al basso, danzante, malinconico ed elettrico come l'onda del mare baciata dal vento, che prende e che porta. C'è tanto mare in Mandilli, non solo nei testi e nelle suggestioni che è capace di sostenere l'elemento, ma anche nel come è stato registrato l'album, in presa diretta in uno stabilimento balneare di fronte a un bel mare invernale.
Con Mauro Pagani in Vincenso, brano di apertura, con i Canterini della Vecchia Sturla in Gente di Liguria e con la Circled Blue Balcan Ensemble in Stagiuin confermano la vena produttiva di uno dei più importanti artisti italiani, che con la sua esperienza ha visto le stagioni cambiare.
Francesca Grispello






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