Avvincente, pittorico, umano e pieno di grazia è il secondo romanzo di Angelo Arata. Dopo La torre e gli abissi, ritorna la prosa del docente, scrittore, storico e amante della montagna e del rugby. Pubblicato sempre dalla Impressioni Grafiche, Di sale e di sangue è un incredibile salto di qualità rispetto al lavoro del 2008 che in certi momenti rischiava di gravare troppo la lettura con la ricchezza dei riferimenti storici. Ora l'autore mostra una penna perfettamente calibrata e ancora più potente per le suggestioni che evoca.
Siamo in Piemonte, nel Monferrato, tra le Langhe e le valli Valdesi, è il 1724 e André-Robert Vaudenet, ufficiale del Reggimento Deportes, è invitato a svelare il motivo di una serie di efferati omicidi che si svolgono lungo i confini del giovane Regno di Sardegna. Lungo la via del sale. Spigno, Scaletta, Gotta secca, Acqui Terme, Cagna e il lungo corso della Bormida, sono solo alcuni degli scenari in cui il lettore si trova a vagare, ma non potrà perdersi grazie alla misura e alla padronanza dell'autore.
Un romanzo storico a tinte gialle, dove protagonisti sono tanto gli uomini, con tutte le ricchezze e le miserie che li distinguono, quanto l'ambiente. La geografia che ci dipinge Arata è costruita prima con il suo passo, il suo cuore e i suoi occhi e poi con lo studio delle topografie dell'epoca.
Centrale la figura di Vaudenet - uomo, soldato, artista e osservatore - è il perno di quest'avventura che si muove su diversi livelli, dalla storia del singolo alla storia di noi tutti. Intrighi e battaglie, provvidenza e sciagura sono naturalmente composte e inserite nelle dinamiche storiche, sociologiche e climatiche che caratterizzano luoghi e tempi.
Gyorgy Lukàcs verso la conclusione della prima parte della Teoria del romanzo scrive: "Il romanzo è la forma dell'avventura, la forma del valore caratteristico dell'interiorità; suo contenuto è la storia di un anima che si mette in cammino per conoscersi, che cerca l'avventura per mettersi alla prova, per trovarvi, confermando se stessa, la propria essenzialità".
In questa rappresentazione messa insieme con tanta cura il lettore riesce a cogliere qualcosa rassicurante e perturbante al tempo stesso, la forza e la fragilità umana. Di sale e di sangue è una vertigine, quel capogiro che disorienta quando ci si ritrova in piedi in alto ad una montagna.
Francesca Grispello
Info:
http://www.impressionigrafiche.it
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