Chiarelettere, 2010Stiamo assistendo ad un periodo storico povero di criterio e ricco di conflitto.
Il cittadino e la politica sono termini distanti. Un paradosso linguistico, sociale e di identità. Come è accaduto tutto questo? Come siamo cambiati? Marco Revelli, in Controcanto ci ricorda che esiste e insiste un'Italia diversa, meno urlata e più urgente, reale e non salottiera.
Una raccolta di articoli - da 2006 al 2008 - che tentano di interpretare un cambiamento.
Il sentimento di odio verso i Rom, i CPT, le violenze a Genova e a Napoli nel 2001 e il significato del lavoro, sono solo alcuni degli esempi con cui Revelli ci porta a riflettere che, nella civile e cattolica Italia l'uomo e la sua nuda vita sono maltrattati, vilipesi e ignorati.
"Occorrerebbe forse, per spezzare l'incantesimo, un gesto estremo di secessione estetica ed etica, prima che politica - più avanti - un'altra forma del racconto che lasciasse la parola a un'altra modalità del comportamento oggi cancellata".
Marco Revelli, allievo di Norberto Bobbio, docente e scrittore di ottimi saggi in Controcanto, con i suoi articoli ci porta a riflettere su un passato recentissimo, che abbiamo imparato ad ignorare. In modo sottile e pacifico Revelli compie un richiamo energico alla potenza dell'uomo e alla sua cecità. Non si salva nessuno, destra e sinistra sono parte attiva in questo "disagio dell'inciviltà": la sinistra incapace di riformarsi e un berlusconismo che parla alla pancia e al cervelletto degli italiani.
Tutte analisi che meritano una lettura attenta e prolungata, per assorbire con lentezza le ripetizioni e i semi ed essere terreno di critica fertile. Non un appello alla bontà dell'uomo, ma alla sua ragione.
Francesca Grispello
Info:
http://www.chiarelettere.it
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