sabato 25 settembre 2010

Una risata ci seppellirà il rock dei Guignol


Casa Medusa, 2010


Una risata ci seppellirà
è terza avventura discografica dei lombardi Guignol e basterebbe il titolo, il nome e qualche svisata dell'organo in chiave rock per apprezzarne l'atmosfera: mattacchiona, critica, malinconica, aggressiva e cinica.
Un teatro di Parigi sul finire dell'800, il Grand Guignol basava la sua unicità sull'impatto delle immagini - spesso forti - e sull'irriverenza della satira. I nostri Guignol con un'accattivante formula e un sano rock d'autore usano la satira per ridere di sdegno verso il potere, la demagogia, il conformismo.

In dieci anni la band ha avuto modo di farsi notare e apprezzare portando avanti una personalità ben definita, energica e combattiva.
Il disco si apre con il brano Cristo è annegato nel Po, un'irresistibile rock anni '60 a fare da eco al Cristo si è fermato ad Eboli, protagonisti sono appunto i poveri cristi vittime di nani, unti e ballerine.
Subito dopo La montagna si plasma in un diluvio di parole con le atmosfere anni '80 si delinea un'altura marcia, malata e puzzolente. Disgusto per il dibattito televisivo è Il sonno ritrovato, degno quadretto atto a visualizzare con nausea una luce blu e un divano con niente di umano sopra.
Svolazza elettrica una Farfalla, uno dei brani più delicati insieme all'inquieta Il Paradosso, tutta giocata con un rimario all'osso e coretti che fanno il verso all'esistenzialismo del protagonista. Più blues Dall’altra parte e la toccante 12 Marmocchi con la presenza di Cesare Basile, oscenità e riformatori sono sgranati con religioso incedere. Aggressiva e con un rock in tiro Polli In Batteria, chitarre onomatopeiche per polli che sanno fare massa e pigolare finché ingrassate dal padrone, si fanno tirare il collo: sarà un omaggio ai Polli di Allevamento di Giorgio Gaber?
Ne Il Turno chiaro omaggio al lavoro, alle crisi generazionali e al celebre "un pesso e un culo" de il film La classe operaia va in paradiso di Elio Petri con Gian Maria Volonté.
Infine la "troppa informazione e poca verità" de L'incendiario, sarà il figlio del Bombarolo di De Andrè? una summa blues, rock, punk, atmosfere vintage grazie ad una buona cura del suono. Da ascoltare ad occhi chiusi e in cuffia!

Un disco completo, tanto per la cura dei testi che hanno vinto la banalità, quanto per un suono maturo che nelle sue vene blues riesce a coniugare la canzone d'autore e un rock elettrico e sudato.
"Che l'esser cucinato non è triste, triste è il pensare di esser cucinato" un suggerimento in copertina, andiamo a leggere La differenza di Guido Gozzano.
Francesca Grispello

Info:
http://www.guignol.it

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