venerdì 23 luglio 2010

Unfolk - Alessandro Monti: The venetian book of the dead


Diplodisc, 2010






Questa è la storia dell'impegno e dell'amore, della consapevolezza e della passione, della pietà e della bellezza; questo è The venetian book of the dead, il secondo progetto degli Unfolk capitanati da Alessandro Monti con la partecipazione di Kevin Hewick (proprio quello della Factory Records).

Un ideale asse tra l'Italia e l'Inghilterra ha permesso di trovare le parole e la realizzazione di questo concept album di protesta; in principio doveva essere solo strumentale, ma l'amicizia tra i due ha messo in piedi un lavoro struggente e prezioso. Il libro veneziano dei morti nasce dal disastro ambientale provocato dallo stabilimento industriale di Porto Marghera che, negli anni '70 - '80 con la produzione di CVM/PVC, ha provocato un numero di morti insopportabili, tra operai e cittadini, di cancro.
Da veneziano Alessandro Monti si sente chiamato in causa, difende ed espone la città per quella che realmente è diventata; per un senso di giustizia e per un bisogno di memoria. Se a questo aggiungiamo la sua passione per il punk e per la canzone di protesta degli anni '60, tutto torna. Si muovono tra il folk rock e l'elettronica con un piglio decisamente kraut e minimale, vedi Tuxedomoon, Sun Ra, Centrozoon, i Can e svariati altri percorsi.
Il libro tibetano e il libro veneziano camminano parallelamente in 16 tracce, dieci cantate in inglese e sei pure esplorazioni sonore come: Cicatrice Del Tempo, brano che apre il disco, Dust To Dust oppure in Trasferibile (ESP mix), nel rapimento di Destinazione Astrale e nella lancinante profondità di Tutte Le Cose Lasciate In Sospeso.
The Radioactive Man è una ballata "e quello che avevano respirato aveva risvegliato i tumori dal loro sonno"; come magma si dipana Black Tar Lagoon e "ho paura dei giorni che verranno"; sul versante pop-rock è Bedroom Discotheque, tutta giocata sul binomio vinile/musica e vinile/morte che ben si sposa con A Limited Edition Of One. Uno sguardo più etnico per i brani The Cover Up e Natura Distorta (The Cover Up Part 2), amplessi tra voce, corde e percussioni.
Early Grave merita solo di essere cantata con queste parole: "siamo stati bruciati nella terra senza ritorno/avevamo cercato di migliorare le nostre vite per i nostri figli e le nostri mogli". Someone Is Always Screwing Someone è una bruciante declamazione elettrica insieme a Forgive. Cancer Of The Conscience è l'unico brano spiccatamente folk. Arrivando all'ultimo brano The Wave That Speeds To Shore, leggo "sono l'onda che si infrange sulla spiaggia/l'ultima onda di estasi", sono davvero colpita dalla poetica e dalla voce di Kevin Hewick.

Un lavoro a due che si è sposato con la bravura di Alex Masi, Gigi Masin, Adriano Clera, Riccardo De Zorzi, etc. Confezione magnetica per la rivisitazione dell'Ecce Homo di Paul Delvaux, libretto di 32 pagine con i testi in italiano e inglese e una bibliografia scelta per documentarsi sul Petrolkimiko, tanto per citare il titolo di un importante libro di Gianfranco Bettin. Un disco alto che si lascia ascoltare e che merita attenzione.
Francesca Grispello




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