giovedì 17 giugno 2010

Speedy Peones - Karel Thole


Shyrec / Tornado Ride Records, 2010

Primo album per gli Speedy Peones, quartetto padovano che dopo i due demo S/T del 2003 e Fast-Listening del 2008 (dal quale nasce l'attuale Karel Thole) rilancia il suo modo folle, energico, veloce, caotico e ironico di fare musica. Nuova frontiera del post punk? Futurismo nell'epoca della musica liquida? Oppure questi ragazzacci se ne fregano delle definizioni? Punk dicevo, garage rock, rumorismo, hardcore e avanguardia per dodici tracce che possono paragonarsi a stilettate per brevità e incisività, una composizione che fonde vari elementi coprendo le sonorità anni '70 e '80 con un risultato non convenzionale.

Possono sembrare brani incompleti o momenti di svago e invece scopri degli haiku di pura e visionaria massa sonora: non a caso il disco è dedicato a Carolus Adrianus Maria Thole ovvero Karel Thole, illustratore olandese di fantascienza che abbiamo conosciuto con le copertine di Urania e non solo. Il disco si apre con Roma e subito siamo a contatto con riff sporchi e schizoidi, a seguire GT-Junior, uno zampillo di energia di 44 secondi, in Mafia il suono diviene più torbido e la voce più pastosa. Cinebrividus è martellante e fangosa più rock e più liberata, è Die Neue Kindheit forse uno dei manifesti del gruppo, effettata, percossa e osata come Brand New Girl.
I brevi giochi elettronici in Voiture Tempo, i principi d’intuizione con Bleed e A Bear sempre ossessiva. Atmosfere calde e fredde si alternano all'uso della voce, con una lingua più vicina al grammelot in cui riconosciamo l'italiano, il francese e il tedesco e chissà cosa altro. Il disco si chiude con la precipitazione di Grand Arab OKOK, mentre Systéme Solaire la più quadrata e leggibile del disco, però i sei minuti di scherzo ipnotico di Moon rimarcano la concentrazione del gruppo verso una dimensione oscura e canzonatoria, tesa a sfiancare l'ascoltatore.

Karel Thole tiene l'ascolto per bene, un disco per nulla banale che ha scelto l'eterogeneità amorfa come campo di battaglia, l'ascoltatore si presta guardingo e si dimena, ma comprende che manca qualche riflessione. Viva il delirio organizzato per questi ragazzi che hanno ottime potenzialità e futuro, ma una raccomandazione è d'uopo, definire la propria fisionomia e distribuire la propria potenza è sempre un'arma vincente. Ci aspettiamo uno scatto in avanti che porti a maturazione la semina di questi anni a suon di violenza e di passione.


Francesca Grispello



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