giovedì 29 aprile 2010

Conversazioni con Adonis, mio padre


di Ninar Esber
Archinto Editore, 2009

Se non riusciamo a esprimere le nostre idee come si deve, come pensi che possiamo essere liberi?
Sembra banale come domanda, ma è una di quelle affermazioni che sottolinei e ricopi per non dimenticare il valore dell'espressione e della libertà. Questa è una delle domande che troverete in Conversazioni con Adonis, mio padre di Ninar Esber.
Adonis, pseudonimo di Alì Ahmad Said Esber siriano e di origini contadine, riesce grazie ad un padre illuminato e saggio a compiere i suoi studi e a diventare poeta, uomo, padre e maestro. Ninar, invece è nata a Beirut ed è cresciuta con la guerra, ora a Parigi lavora sul corpo come performer per imparare la grammatica delle cose.
Un'intervista intima e universale, scritta e suggerita, sanguigna e alta, ingenua e saggia: il corpo della donna, l'Islam, la guerra, la libertà, la lingua araba, il terrorismo, la differenza, l'appartenenza, la crescita, ma soprattutto l'indagine sull'uomo, perché l'uomo è la più bella specie vivente!, afferma Adonis.
Non capita quotidianamente di poter interrogare il proprio padre e poter esprimere il bisogno di conforto e confronto, invece Ninar riesce attraverso le sue domande - più di cento - a creare un occasione per liberarsi e a raccontare le paure, le inquietudini, la sua ricerca, con il risultato che a rispondere non è solo il poeta, ma il padre.
Pace non trovo e non ho da far guerra, recitava Petrarca nel Canzoniere. La poesia, luogo di pace, di verità e di conoscenza. Lo studio profondo della lingua e lo sguardo sono così condotti in uno spazio sacro, questo luogo è stato esplorato da Ninar Esber che con questo libro esplora le geografie e le inquietudini di uno dei più grandi poeti arabi viventi con uno sguardo intimo, provocatorio e commosso.
Consigliato.

Francesca Grispello









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