mercoledì 10 marzo 2010

Orti Insorti di Elena Guerrini


Stampa Alternativa, 2009

Il potere della lettura è l'immaginazione, ti permette di vedere e sentire altri tempi e altre idee.
La lettura ti induce a confrontarti con il tuo vissuto, con gli insegnamenti ricevuti e con una sana proiezione verso il futuro, questo potere è detenuto anche dal teatro.
Elena Guerrini con il suo spettacolo Orti Insorti pubblicato per Stampa Alternativa nella collana Millelire ti conquista.
Mi immagino suo nonno affermare: "Quello che ciavemo, ciavemo, e quello che n'ciavemo n'ci serve" e comprendo bene il bisogno di ricordare come si viveva 30, 40 e anche 50 anni addietro. In passato ci sono state generazioni più povere e più sfortunate, ma con una cultura della terra profonda, oggi cosa pensiamo quando osserviamo le carote incellophanate del supermercato?
Il suo racconto civile è un inno alla gioia, alla fatica, allo scarto che c'è tra il significato delle parole "progresso" e "sviluppo". Senza retorica ci allerta al pericolo che incombe su ogni elemento di vita, di essere comprato e venduto - vedi monocolture, semi transgenici e via dicendo.
Il dialetto e lo spirito 'toscanaccio', i personaggi che si snodano in riflessioni sul basilico e gli insegnamenti del teorico della non azione Masanobu Fukuoka, sanno essere lievi e gravi. Un testo serrato ricco di giochi linguistici a rimarcarne il senso, con ironia e saggezza.
Lo spettacolo che vi troverete tra le mani ha varcato il confine nazionale, nei migliori festival internazionali di teatro.
Pasolini ci avvertiva che questo mondo agricolo sarebbe morto e con esso la storia, ma non muore l'impegno gustoso di questa donna.
Formatasi con personaggi del calibro di Pippo Delbono, Giuseppe Bertolucci, Pupi Avati e Pappi Corsicato, viene voglia di vederla in azione.
Un omaggio alla natura, al nonno e alla letteratura che consiglio vivamente.

Francesca Grispello





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