La ricerca di un punto di vista privilegiato per osservare e farsi suggestionare da cielo e terra, questo sembra essere il manifesto artistico dei Chandra, che con il secondo disco Hic et nunc portano a definizione un campo di molto vasto di ricerca. Più che un gruppo, un collettivo di personalità artistiche volte alla costruzione di un' "arte totale", e quindi di un suono fatto di spazialità e denso di rimandi, dal rock al jazz, dalla world music all'elettronica.
Hic et nunc è un instante e nello stesso tempo la vertigine dell'eternità che è flusso di parole, suoni e coscienze ed è allo stesso tempo un altro luogo dove la musica non ha etichette. Una visione articolata e lisergica alla Aldous Huxley per un ascolto godibile e stimolante dove l'uso di strumenti come il didjeridoo, il berimbau, le tabla e il flauto traverso si amalgamano e fanno da trama a visioni ispirate ed ermetiche.
I Chandra confezionano un album intelligente che rimanda sia ai misteri dell'India, ai suoi incensi e alle sue meditazioni che alle atmosfere più buie alla Syd Barrett, Elton Dean e Richard Wright che sono citati a manifesto nel disco, non solo c'è il pittore Gustav Klimt ad ispirare la pioggia d'oro tra le gambe di Danae, brano che nasce con un didjeridoo per arrivare a passaggi di testimoni emozionanti. Una mistura di atmosfere in bilico tra un teatro di corpo e parola (Floating tumbler) e psichedelia che conduce ad atmosfere etno jazz che rendono l'ascolto molto corposo.
Non a caso la collaborazione con il performer Roberto Freak Antoni e con Marilia Cunha, acrobata e trapezista nei loro spettacoli, sottolinea il carattere interdisciplinare del collettivo alchemico. Brani luminosi e fluidi, esperienze dilatate e una ottima sinergia mi fanno dire che i Chandra sono una band che non passerà inascoltata.
Francesca Grispello
Recensione apparsa su:
http://www.beatbopalula.it/musica-underground-emergenti-band/articolo.asp?articolo=2662
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