martedì 18 settembre 2012

Il secondo cerchio

ALISA GANIEVA
ANNA LAVRINENKO
IGOR SAVELYEV

presentano:


IL SECONDO CERCHIO

Marco Tropea Editore



Giovedì 4 ottobre
Ore 18.00

presso la libreria Feltrinelli 
(via Vittorio Emanuele Orlando, 78/81)

Roma

Con gli autori interverranno 

Francesco D’Ayala (giornalista del TG3) 

la Prof.ssa Claudia Scandura (docente di Letteratura russa presso la Sapienza di Roma) 


Il secondo cerchio raccoglie quattro romanzi brevi di giovani scrittori russi che entrano da protagonisti nella realtà e nella letteratura del loro paese. In comune hanno l’età e il potente desiderio di raccontare un tempo di incertezze e mutamenti. Completamente estranei all’eredità sovietica, questi autori segnano un punto di svolta rispetto alla precedente generazione, che alla lotta contro il regime ha consacrato tutta la propria esperienza creativa.

Non si pensi però a un movimento o a una nuova avanguardia. I quattro sfuggono ai canoni letterari vecchi e nuovi: provengono da storie personali e contesti geografi ci diversi, propongono stilemi e tematiche originali e intendono fornire un’espressione letteraria riferita a un’esperienza unica, il trauma del primo impatto con la vita adulta. C’è il racconto di Alisa Ganieva, del Daghestan, incentrato sul meticciato culturale con l’Islam; l’on the road in autostop di Igor Savelyev per le strade della sconfinata provincia russa; l’ironica presa in giro della propaganda nel racconto di Aleksej Lukjanov; e ancora, finalmente, la vita quotidiana e l’amore di Anna Lavrinenko. Selezionati tra migliaia di proposte, questi lavori sono stati insigniti del premio Debut, istituito dalla fondazione Pokolenie; la loro prosa testimonia la nuova forza e il nuovo slancio della letteratura russa.
Alisa Ganieva è nata nel 1985 a Gunib, nella repubblica caucasica del Daghestan. Successivamente si è trasferita con la famiglia nella capitale, Machacˇkala. Laureata presso l’Istituto letterario di Mosca, lavora come critico letterario alla Nezavisimaja gazeta, e collabora con altri periodici letterari di spicco. Scrive
anche racconti per bambini. Di Salam, Dalgat, vincitore del premio Debut, la critica ha scritto: “Salam, Dalgat, della Ganieva, è un’odissea nella coscienza, un appello per la salvezza, la risoluzione e la sopravvivenza del Daghestan, al di là di ogni estremismo. [...] Il potente sguardo di una giovane generazione di daghestani che vivono sul filo in una regione dilaniata dalla violenza” (Russia Now).
Igor Savelyev è nato a Ufa (Repubblica di Baschiria) nel 1983, dove vive e lavora come cronista di nera per agenzie e quotidiani. Si è laureato in Filologia all’Università di Ufa. Su La città pallida, basato su una reale esperienza in autostop, la critica ha scritto: “Il suo stile è eccellente, finemente cesellato, basato su un brillante contrappunto, proprio come un magistrale pezzo musicale. [...] Il realismo confina con la fantasmagoria, un impressionante esempio di prosa psicologica di nuova generazione”.
Anna Lavrinenko è nata nel 1984 e vive a Jaroslavl’, nella Russia centrale. È laureata in legge e lavora a Jaroslavl’ come avvocato, e scrive di cultura su quotidiani locali. I suoi racconti e i suoi saggi sono stati pubblicati sulle migliori riviste letterarie e artistiche. Ha vinto il premio Debut con Il bambino perduto.
Aleksej Lukjanov è nato nel 1976 a Solikamsk, nel nord degli Urali. A causa del servizio militare ha interrotto gli studi alla Scuola per insegnanti. Fabbro di professione, Aleksej ha scritto alcuni romanzi brevi e numerosi racconti. La critica ha lodato Alta pressioneper “l’uso ingegnoso della lingua e l’intricata rete di allusioni” (Book Review). È anche vincitore del Nuovo Premio Puškin “per l’innovazione nell’uso delle tradizioni letterarie russe”.




“Avvicinate la Russia di oggi, e le sue diverse incarnazioni letterarie… Sembra che all’estero ci si conformi all’idea della letteratura russa che deriva dai libri tedeschi, inglesi e francesi: è venuto il momento che questo cambi e che diamo il benvenuto a una generazione che non teme di esprimere la propria opinione perché disposta ad affrontarne le conseguenze.”
El Mundo

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