martedì 15 maggio 2012

Giugliano: torna a giugno l’Agorà Jazz Festival




Ritorna l’Agorà Jazz festival a Giugliano. Giunto alla sua terza edizione la kermesse  il festival giuglianese sarà presentato lunedì 21 maggio alle 11 presso  la sede del municipio cittadino con l’assessore alla cultura Angela Rispo.
L’Associazione Pitagora e l’associazione Illimitarte tornano, quindi, a far parlare di sé e del progetto di far musica in un territorio- quello di Giugliano appunto- vastissimo, zeppo di cemento ma povero di luoghi di incontro sani e di attività in grado di promuovere la cultura a costo zero. Ancora una volta in piazza, piazza Matteotti, tra la gente, ed ancora una volta con una rassegna musicale, collegata con i circuiti jazz nazionali, in grado di far emergere i nostri talenti. L'Agorà Jazz Festival, entrerà a far parte infatti della Rete dei Festival e parteciperà con un proprio stand espositivo al MEI, Salone della Musica Italiana. In tale occasione, uno dei gruppi che parteciperà al festival avrà la possibilità di esibirsi e di mettersi in mostra dinanzi ad una platea di esperti ed addetti ai lavori.  
Sono quindi aperte le adesioni per i gruppi che vorranno partecipare alla manifestazione e che potranno contattare la direzione artistica anche alla pagina facebook della kermesse “Agorà Jazz Festival” o scrivendo a  info@illimitarte.com o a lellocardone@marenia.net. 
Come ogni anno la partecipazione è gratuita in tutte le fasi e come ogni anno la kermesse si terrà a giugno il 15, 16 e 17.
«L’edizione 2012 è l’edizione della contaminazione nel suo senso più ampio» spiega il direttore artistico Raffaele Cardone. «Nevio fu il più antico sceneggiatore latino a utilizzare la tecnica della contaminatio.  Egli "contaminava" i testi, cioè, nel comporre la propria sceneggiatura, prendeva a modello un'opera greca; ma non si limitava a tradurla, come Andronico, bensì la arricchiva di scene nuove tratte, anch'esse, da opere drammatiche greche. Dunque lo scrittore che utilizzava la contaminatio non scriveva un'opera “originale”, e tuttavia la contaminatio era un passo avanti rispetto alle semplice traduzione perché veniva fuori qualcosa di “nuovo”. Ma questo non è forse il Jazz?! Anche nel Jazz l’artista - conclude Cardone - è in grado di creare un nuovo capolavoro prendendo spunto da quel serbatoio della “musica del mondo”, ritenuto inesauribile, dando nuovi apporti personali al tutto.  Da questo parte e spesso con grandi virate a questa “Contaminatio” approda».




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