venerdì 20 maggio 2011

Presentazione del libro+cd di Roberto De Simone - Son sei sorelle. Canti e rituali della tradizione in Campania

COMUNICATO STAMPA


Presentazione del libro+cd di Roberto De Simone: "Son sei sorelle. Canti e rituali della tradizione in Campania".


VENERDI’ 20 Maggio 2011 ore 17,30 – Sala Conferenze del Teatro Comunale di Caserta



Venerdì 20 maggio 2011, alle ore 17,30, a Caserta, presso la Sala Conferenze del Teatro Comunale, sarà presentata la monumentale opera di Roberto De Simone, Son sei sorelle. Canti e rituali della tradizione in Campania, un volume con sette cd allegati che, edito da Squilibri, raccoglie le memorabili registrazioni realizzate in studio negli anni ’70 assieme ad altrettanto materiale inedito, raccolto sul campo nel corso di una pluridecennale ricerca estesa a tutto il territorio regionale. Secondo l’inarrivabile sensibilità musicale dell’autore de La gatta cenerentola, registrazioni in studio e riprese sul campo sono ordinate come una straordinaria sinfonia che restituisce all’ascolto il canto corale di un popolo, l’anima e il cuore palpitante di una tradizione. Dalla leggenda delle sette sorelle, “sei belle e una brutta e nera” rifugiatasi poi a Montevergine dove ebbe inizio il culto alla “mamma Schiavona”, ai possenti canti sul tamburo, con le diverse varianti a seconda dell’area culturale, fino a una insospettata tradizione di canto sociale e politico, è un susseguirsi di emozioni che emanano da brani che, di uno straordinario valore documentario, risaltano per la loro rara bellezza, essendo eseguiti dai più autentici rappresentanti di una cultura millenaria, oggi quasi tutti defunti.


Il volume sarà presentato da Salvatore Esposito, giornalista e direttore di www.blogfoolk.com; Ciro De Rosa, giornalista de Il Giornale della Musica; Domenico Ferraro, Direttore Editoriali di SquiLibri Editore; Maurizio Agamennone, etnomusicologo dell'Università di Firenze. Concluderà l'autore, Roberto De Simone.




Quasi cinquant'anni di ricerche sul campo in cui Roberto De Simone recupera i materiali di La tradizione in Campania, storico cofanetto con sette LP edito ne 1975 dalla Emi, affiancando nei sette cd un'equivalente mole di materiali inediti (...) registrati dal vivo durante le ultime feste popolari, quasi a raccontarne la disperata resistenza (...) Il volume pubblicato da Squilibri non è l'equivalente dei taccuini da viaggio di AlanLomax ma una ricostruzione di quel piccolo mondo antico e rituale che oggi è soltanto evocato nelle dilaganti notti della taranta e delle tammurriate. Federico Vacalebre, Il mattino


Se fossimo in un mondo perfetto, questo lavoro di De Simone, che uscì trent'anni fa in vinile e che oggi viene ripubblicato con materiale inedito in un cofanetto delle edizioni Squilibri (...), sarebbe una specie di Bibbia per musicanti di ogni latitudine. E' un materiale di rara potenza ritmica e rituale, anche se spesso realizzato solo con voci e percussioni. Sono canti e ritmi che hanno la forza del rock e che i rapper nostrani farebbero bene a imparare, prima di scimmiottare i modelli americani. Gino Castaldo, La repubblica


Dopo trentun'anni torna alla luce il tesoro di musica popolare che l'etnomusicologo e compositore napoletano aveva pubblicato per la prima volta nel 1979. (...) Stavolta la documentazione si moltiplica: un cofanetto con sette cd (tanti gli inediti) e un libro che racconta le ricerche sul campo, le caratteristiche di quei canti e dei loro esecutori, nonché le tipologie dei diversi strumenti. Son sei sorelle può essere stimata come l'opera omnia di De Simone. Gianni Valentino, Il Venerdì di Repubblica


Un tuffo nel passato della musica più autentica che ci restituisce un mondo distrutto come un genocidio di pasoliniana memoria. Un vero e proprio viaggio che entusiasma e commuove per la ricchezza struggente delle voci, dei suoni, dei protagonisti di un'epoca che adesso appare leggendaria (...) A De Simone dobbiamo (...) un anticonformismo strutturale che guarda le cose del popolo e della musica con amore e insieme con la meticolosa passione del grande artigiano che sta sulle cose, (...) che sa che passato e futuro stanno insieme e l'uno si nutre dell'altro e senza l'uno non c'è l'altro. Michele Fumagallo, Alias


Operazione tosta del più grande affabulatore campano, dove la tradizione palpita a ritmo di tamburello, fra lamentatrici funebri e autenticità espressiva, in rituali ecanti registrati con i veri protagonisti della storia. Marinella Venegoni, La Stampa
Volumone più cofanetto di ben sette cd, ciascuno della durata di circa 80 minuti. Bastano i numeri per dare l'idea di un'opera colossale, come colossale rischiava di essere la perdita di un patrimonio impossibile da stimare. (...) Al centro la sacerdotale sacralità di quei virtuosi (...) interpreti vicari di un sapere diffuso perché "per partecipare a una festa bisogna essere coro e non protagonisti". Il musicologo si scaglia sulle manifestazioni senz'anima delle Pro Loco (...), sulla paccottiglia radical di chi scimiotta impudicamente il mondo contadino, orbi come ormai siamo di quell'antica aristocrazia della gestualità e dellasapienza che connotavano le classi rurali (...) rimaste oggi afone e impotenti, illusoriamente appiattite sul mito della modernità e su un'omologazione chetutto ha asfaltato. Gianluca Veltri, Il Mucchio Selvaggio


Una pietra miliare della ricerca antropologica ed etnomusicologica nel nostro Paese (...) in un sontuoso volume a cui è allegato un cofanetto con ben sette cd audio (...) Il volume contiene tutte le trascrizioni e le traduzioni dei canti, un puntuale apparato che interpreta e contestualizza i materiali sonori, e un lucido e commovente saggio dell'autore, che descrive il volume come "la celebrazione dell'assenza" di una tradizione antichissima che "si è spenta di colpo, di botto, come colpita al cuore da un infarto culturale". Vincenzo Santoro, Il Paese nuovo


Un patrimonio straordinario per varietà e complessità delle forme, per la commovente verità restituita dalla registrazione sul campo, per l'emozione insita in una storia tramontata per sempre, che non è e non sarà mai più. Testi (...), voci, canti e musiche (per un totale di quasi 9 ore di registrazioni!), un'analisi accurata delle forme musicale e degli strumentidocumentano la ricchezza di quell'universo perduto: sono fronne, canti a figliola, tammurriate, strambotti, tarantelle, persino insospettabili rari canti politici e sociali che sconvolgono nel profondo all'ascolto, costringono a mantenere uno sguardo critico verso il contemporaneo imprensentabile che viviamo. Luca Ferrari, http://folkgeneticamentemodificato.blogspot.com



Tammurriate, miserere, canti di potatura o di carnevale, stramobotti, leggende e tarantelle interpretati in tutta la loro essenzialità: voci, ritmo, nessun abbellimento. Registrazioni scarne dove si sente la fatica del lavoro, la dignità e la miseria. Stefano Miliani, L'Unità


un'edizione che si può tranquillamente definire "di lusso". Un libro impeccabile, con le trascrizioni dei testi e ampi commenti e, soprattutto, numerosi inediti chedilatano il tempo di ascolto fino a quasi nove ore. Nove, piacevolissime ore da godere un po' per giorno, accompagnando magari l'ascolto con la lettura deitesti in parallelo e qualche pausa di meditazione. Tito Saffioti, Folk Bulletin


E proprio per capire questi cambiamenti è opportuno mettere a confronto le introduzioni che accompagnano l' edizione del 1979 con quella del 2010.Nella prima si percepisce l'entusiasmo per l'importanza del materiale raccolto, per la vitalità dellatradizione colta ancora nel pieno della sua funzione, per i canti espressione di una profonda tensione interiore e proprio per questo irripetibili. Nell'introduzione di Son sei sorelle, De Simone è consapevole di aver documentato un mondo che rapidamente si è dissolto, dove si è persa quell'interiorità religiosa che era alla base del tessuto comunicativo in cui si riconosceva tutta la comunità e che dava vita ad espressioni e manifestazioni proprie. Tiziana Oppizzi e Claudio Piccoli, Il cantastorie


è un vero tesoro del campo etno-musicologico, che deve la sua eccezionalità ad anni di paziente ma ostinata ricerca (...) rispetto a trentuno anni fa (...) ora il materiale è più che raddoppiato in un eccellente compendio di canti devozionali alla Madonna, processioni di fujenti, canti a distesa, fronne, canzone di Zeza, novene, rosari, tarantelle, 'ndrezzata, canti a figliola, tammurriate, strambotti, lamentazioni funebri e ogni altra forma musicale che riporta alle campagne del vesuviano, ai monti dell'Irpinia e del salernitano (...) Sfogliando le preziose testimonianze e ascoltando i ritmi, che talvolta diventano ossessivi, si ha quasi l'impressione si entrare nelle viscere di una terra che nasconde molti misteri. Franco Insardà, Liberal


Certo è che il portato di questa ricerca veicolata oggi con queste parole, che nonostante i propositi dell'autore rivelano il desiderio di rappresentare la cultura contadina come bene primario inviolabile e "buono" in un'opposizione talvolta quasi intransigente alla cultura consumistica, industriale e "cattiva", è indubbio oggi più che 30 anni fa. De Simone fa suo il principio critico di ispirazione "baumaniana" secondo il quale vivere non significa più esistere ma consumare, un imperativo attualmente più spiazzante e vero perché ha dimostrato i suoi effetti perversi sulle generazioni di giovani, figli di quelli che un tempo si chiamavano proletari (...). Senza privilegi, dice insostanza De Simone, questi ragazzi diventano facile preda della camorra perché privati della loro cultura millenaria e ridotti alla frustrazione di una vita che non esiste in sé ma solo in rapporto agli status symbol, agli oggetti che si posseggono. Emerge così una necessità etica nel rimettere mano all'antica ricerca. Simona Frasca, America Oggi/La repubblica (ed. New York)


Il titolo di questa autentica summa desimoniana nasce dalla leggenda delle sette sorelle, "sei belle e una brutta e nera" rifugiatosi poi a Montevergine dove ebbe inizio il culto della "mamma Schiavona": una devozione scandita a colpi di tammorra. (...) questo tesoro che De Simone ha portato in salvo prima che sulla terra dei padri si stendesse, sinistra, l'ombra delle Vele di Scampia, metafora del disastro socioculturale di Napoli e del suo territorio Gino L. Di Mitri, La Gazzetta del Mezzogiorno


una delle più straordinarie opere editorial-discografiche degli ultimi anni (...) De Simone coniuga la più lucida e radicale critica del genocidio culturale del nostromondo contadino sub specie sonoris con la ricostruzione campana di quel mondo "zodiacale" e musicale, già descritto a suo tempo dall'etnomusicologo e mitologo tedesco Marius Schneider. Ed è proprio questo il nome ricorrente e tutelare di De Simone che, nelle parole conclusive di questa summa sonora del lavoro ben speso di una vita, viene infine nominato per aver rilevato "il suono giusto, quel suono in risonanza con il cosmo (...) del nostro vivere, del nostro pensare in consonanza con la natura, con le nostre ventiquattro ore quotidiane divise tra il beat del giorno e l'off beat del sognare" Antonello Colimberti, Europa


La grandezza dell'opera è da ricondurre alla sensibilità di De Simone, dotato di un'ineguagliabile coscienza del linguaggio della tradizione (...) La raccolta di De Simone è "un documento/monumento" per dirla con Le Goff: è un'esperienza unica riascoltare tanti inarrivabili musicisti e cantatori, personalità che con sole castagnette, tammorra e voce "mettono in moto una macchina sonora irresistibile" per usare parole di Maurizio Agamennone,Ciro De Rosa, Il giornale della musica


Da questi CD emergono brani di rara intensità, eseguiti da cantatori e sonatori che avevan profonda conoscenza della loro tradizione, per averla vissuta tutta una vita nel suocontesto originario, al di fuori di qualsiasi intenzione spettacolare o tentazione di protagonismo. Cantatori e suonatori il cui ruolo era riconosciuto dalla comunità per l'altissimo livello che essi avevano raggiunto (...) Musica rurale eseguita nei momenti e nei contesti prescritti e non occasionalmente, secondo il capriccio dell'interprete. E' questo il segno dell'autenticità del canto, sigillo di verità di un'emozione espressa tramite una ritualità e una sacralità che purtroppo scompaiono con la morte di questi grandi esecutori Fabrizio Giuffrida, Mondomix

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