lunedì 7 febbraio 2011

Colti sul Fatto di Marco Travaglio

Colti sul fatto.
Nani e pagliacci, muffe e lombrichi di fine regime sul “Fatto quotidiano”
Marco Travaglio
Garzanti Libri, 2010

Il mondo esterno esiste come un attore su un palco: è lì ma è un'altra cosa.
Fernando Pessoa ci ricorda che siamo attori e spettatori, ci spinge nel sostenere questo scambio attivo tra soggetto e soggetto e soprattutto ci mette in questione.
Penso a questa citazione tratta da Il libro dell'inquietudine, perché il tempo attuale è inquieto. Tempi inquieti che vengono affrontati da Marco Travaglio nel suo ultimo libro Colti sul Fatto. Un anno di articoli sul Fatto Quotidiano, una raccolta che festeggia la nascita di un quotidiano che punta a raccontare i 'fatti', troppo spesso assenti dal chicacchiericcio cartaceo e televisivo.
Nello stesso tempo, un anno con la penna/rasoio di Marco Travaglio, un giornalista che bene incarna il suo mestiere, capace di comunicare in questi tempi tristi come nessuno.
Travaglio è cosciente che l'uomo è distratto e confuso e allora si serve della leggerezza - quella evocata da Italo Calvino - della irriverenza e dell'indipendenza per fissare nel lettore i fatti.

Penso al recente incontro che si è svolto a Copparo (Fe) con Gianni Nocenzi - anima del Banco del Mutuo Soccorso fino agli anni '80 - con una scolaresca di 450 ragazzi. Chiacchierando è emerso il peso della responsabilità verso dei ragazzi bombardati dal nulla: come si fa a spiegare che il lato B non è un dettaglio anatomico, ma è la seconda facciata di un disco?
La libertà e il senso di responsabilità sono merce rara. Marco Travaglio - e lo ricorda anche la sentita prefazione di Barbara Spinelli - riesce a farti sorridere nel raccontarti l'osceno, il lato b di una informazione complessa e nascosta perché difficile, venduta, comprata e quindi parziale. Per dirla con il sociologo Thornstein Vebllen: questo trionfo della "disinformazione concisa".
Grandi sorrisi e grande pena per questa Italia, dove democrazia è parola, ma non vettore di azione politica. Un anno di articoli mi hanno fatto compagnia, mi hanno fatto pensare al genio di Albert Camus, lui indicò all'uomo di lottare nella storia e al contempo di mantenere viva quella parte di gioia che non appartiene alla storia.

Marco Travaglio potrà non piacere, potrà sembrare il primo della classe, ma con documenti e archivi dimostra quel che dice. Il giornalista in questo testo mostra che non esiste miglior strumento - oltre al pizzico di gioia - che i fatti stessi. La memoria di ieri, il ricordare i dati, i numeri, le cose e le persone fanno bene all'informazione, mai come oggi vittima di un giornalismo sempre più legato a parzialismi e futilità.
Colti sul Fatto è un piccolo esempio di un anno sbugiardato in Italia.

Francesca Grispello



Info:
http://www.garzantilibri.it/

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