martedì 27 luglio 2010

Il disco di esordio degli Altare Thotemico
















Altare Thotemico

Ma.Ra.Cash Records, 2009

Che forma possiedono i famigerati, amati e odiati anni '70? Quante volte abbiamo desiderato carpirne il segreto, il suono e l'estro? - parlo per coloro che come me sono nati dopo quei mirabolanti anni. Gli Altare Thotemico prendono in giro il tempo e riescono, con l'omonima opera prima, a costruire atmosfere che profumano del miglior rock progressivo. La band emiliana conquista l'attenzione del pubblico internazionale grazie ad una mistura psichedelica di rock jazz fresco e cosciente della lezione del passato.

Il quintetto propone le atmosfere sognanti alla Jethro Tull, i suoni folli degli Area, fino ad arrivare al magmatico Balletto di Bronzo con un caratteristico marchio di fabbrica nell'interpretazione vocale di Gianni Venturi, autore delle poesie che caratterizzano tutto il progetto e che guarda ad un certo Jim Morrison per le visioni. Suoni ricchi e colorati che si rispecchiano nei loro abiti eccentrici e nella copertina del disco naif e onirica, ma c'è di più.

Nove brani snelli e per nulla prolissi lanciano l'ascoltatore in caleidoscopiche emozioni sia nelle parti acustiche che negli assolo. Il disco si apre con Il canto che sprofonda e siamo rapiti dal tocco di un giovanissimo e dotato Leonardo Caligiuri alle tastiere; drammatica è Lo Sciamano per la lotta tra la batteria di Davide Zanotti e la chitarra di Enrico Saccaglia a sostegno dell'urlo poetante: "dovevo per forza concedere spazio all'amore... sono un dissoluto poiché di questo amore non voglio perderne nemmeno un minuto".
Continua sulla stessa vena L'interessante via del topo dove è una ipnotica serie ritmica con piano a sostenere la stralunatezza dei testi e delle derive vocali del cantante. Ci graffiamo di rock con Demon che rivela lo spirito duro del gruppo, ma è in Computer Organico - scura ed elettrica - che la voce di Venturi è messa a dura prova dall'incedere frenetico e pulsante; un dito puntato verso il nostro cuore. E' un ristoro L'addormato per il calore jazz molto Seventies e "il comprendere è pura astrazione"; La mente mia è un ambiente morbido e distorto ed è stimoltante immaginare che sia la chitarra negli assolo a cantare "soli qui". "Vorrei uscire dal mio cuore" in Suite Per Marianna, la delicata ballata che ci accompagna alla fine del disco con una altrettanto ispirata Oltre dove il chiedere e il ricercare il senso è sempre un oltre, una scommessa da mettere in essere.

Finalisti ai Prog Awards 2010 per il Miglior Album di Debutto e per il Miglior Artwork, gli Altare Thotemico si sono conquistati la nomination anche grazie alla filosofia del lavoro completamente analogico realizzato negli studi vintage della Prosdocimi Recording di Mike 3rd. Il tempo ci scolpirà il volto maturo di questo ottimo inizio.

Francesca Grispello






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