domenica 11 aprile 2010

Copio dunque sono di Ernesto Assante


La rivoluzione elettronica che ha cambiato la musica

Coniglio Editore, 2009
Alla fine del dubbio l'unica certezza per Cartesio era il pensiero, oggi quali sono certezze per il mercato discografico? Ernesto Assante risponde con la sua raccolta di saggi in Copio dunque sono, dove illustra la rivoluzione tecnica prima ed elettronica dopo, che ha modificato radicalmente il mondo della musica.
Cosa è l'originale? Cosa vuol dire copiare? Possiamo averne un'idea con la pittura, ma con la musica? Dal principio la musica era solo un esperienza 'dal vivo', il concetto di copia si riferiva alla copia dello spartito, e non esisteva un interpretazione di un brano musicale identica a se stessa, perché esso cambia a seconda dell'interprete, dello strumento e del tempo. L'invenzione della stampa, poi del fonografo, il grammofono, la radio, il vinile, le cassette e così via hanno creato mutazioni antropologiche e non solo.
Come affermava Walter Benjamin in L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica: “La tecnica della riproduzione, così si potrebbe formulare la cosa, sottrae il riprodotto all’ambito della tradizione. Moltiplicando la riproduzione, essa pone al posto di un evento unico una serie quantitativa di eventi”.
Con l'avvento del disco in vinile, considerato l'originale per eccellenza sia per il contributo visivo che acustico, si è passati all'audio cassetta che permetteva di copiare il vinile, ma l'esperienza della fruizione della musica era comunque relegata all'ambito domestico, poi il walkman e gli stereo nelle auto, il cd, l'mp3 e svariati supporti hanno esteso a chiunque il potere di copiare e condotto la musica ovunque e in nessun luogo. Non di solo supporto si parla, perché la tecnologia oggi permette di produrre musica anche a casa e con pochi strumenti, ma di mercato, perché grazie alla rete, al file sharing e al formato digitale non esiste la copia, ma sono tutti originali ed oggi non si parla d'altro che crisi della musica.
Perché comperare il disco della settimana, dal momento che lo sento in ogni radio e in ogni dove? Perché se posso scaricarlo gratis? Nell'era della raffinazione della riproducibilità tecnica, dove si produce per consumare, la definizione della musica e dei mezzi che la sostengono è difficile e impervia.
Ernesto Assante ci propone una dettagliata storia della rivoluzione digitale che ha ridefinito gli spazi dell'uomo e della musica. Il testo si conclude con l'appello "Ridateci i dischi", non una speranza di ritorno ad un mondo che fu, ma una richiesta per coloro che amano e vogliono comprare "l'originale", anche perché il vinile non può essere copiato tal quale.

"Ridateci il vinile e provate a salvare il vostro, nostro, mercato della musica. Abbandonate l’idea di vendere pezzi di plastica e tornate a vendere dischi". Peccato che uno studio così vasto e approfondito non sia supportato da una bibliografia che possa consentire di elaborare questa rivoluzione e il modo in cui la viviamo.


Francesca Grispello





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